Ci passo spesso.
Di buon'ora è una meraviglia. Quest'inverno, sul finire della stagione, in un campo di stoppie, ho contato quasi 40 fagiani tra maschi (pochi) e femmine (tante).
Mi è capitato di vedere i caprioli, ma non uno: un gruppo, che si spostava compatto.
E ancora falchi, gheppi, poiane, picchi, cuculi. Poi, in altre stagioni lepri vestite di bianco, martin pescatore scaltro e variopinto, volpi argute e diffidenti...
E fiori, erbe, essenze di legno che qui profumano come in pochi altri luoghi.
Ma forse le cose più notevoli sono quelle nascoste, che vede solo chi sa vedere le particolarità di questo territorio.
Occorre infatti accostarsi con curiosa sollecitudine, agli orari più strambi e meno "umani" per cogliere quegli aspetti che lo rendono peculiare e prezioso. Cominci allora a cogliere che la particolare valenza del luogo non è legata ad un aspetto singolo, ma che il tutto è prezioso perchè la natura ha creato un "sistema" di acqua, aria, terreno, piante, animali, fiori e tanto altronascosto e meno visibile, che nel suo complesso di chiama biodiversità.
Bello ed entusiasmante; complicatissimo eppur semplice.
Stupefacente, come solo la natura sa essere stupefacente tanto che "farsi" una dose di bosco - col respiro, gli occhi, le gambe, l'anima - allunga la vita. Riduce lo stress. Riconcilia col mondo e la vita. In poche parole "fa bene".
Mi sono chiesto tante volte, passandoci rapido o passeggiando lento, perchè questo ambiente non possa diventare il cuore e la testa di una parco diffuso, con il capo qui, nel bosco, e la coda che si insinua verso la città lungo il Bacchiglione e, più a est, seguendo il percorso lento, tortuoso e breve dell'Astichello.
Un parco dedicato alle cose "slow" della vita, in contrasto al "fast" che ci spacca i timpani, la giornata, il riposo e qualcos'altro.
Un parco che non sia una gabbia in cui non si possa fare nulla, ma un luogo, meglio una zona, in cui quello che si fa risponda a criteri di naturalità, sostenibilità, qualità della vita, pulizia e salubrità. Dove si vive perchè li si vive meglio.
E alla lunga, ma non troppo distante, arriva il turismo sostenibile, quello fatto bene e che valorizza l'ambiente e quello che esso contiene.
Sarebbe un sogno avverabile?
Sognare non costa, o meglio, costa tanto quanto un giro di valzer, un sorriso, un saluto a piena bocca quando si incontra qualcuno, una canzone accennata seguendo la chitarra suonata da tua figlia, un abbraccio di tua moglie che con lo sgaurdo ti augura buona giornata e con un bacio ti dice che la giornata sarà splendida, nonostante tutto.
Proviamo a sognare in grande: chi ci sta?
Di buon'ora è una meraviglia. Quest'inverno, sul finire della stagione, in un campo di stoppie, ho contato quasi 40 fagiani tra maschi (pochi) e femmine (tante).
Mi è capitato di vedere i caprioli, ma non uno: un gruppo, che si spostava compatto.
E ancora falchi, gheppi, poiane, picchi, cuculi. Poi, in altre stagioni lepri vestite di bianco, martin pescatore scaltro e variopinto, volpi argute e diffidenti...
E fiori, erbe, essenze di legno che qui profumano come in pochi altri luoghi.
Ma forse le cose più notevoli sono quelle nascoste, che vede solo chi sa vedere le particolarità di questo territorio.
Occorre infatti accostarsi con curiosa sollecitudine, agli orari più strambi e meno "umani" per cogliere quegli aspetti che lo rendono peculiare e prezioso. Cominci allora a cogliere che la particolare valenza del luogo non è legata ad un aspetto singolo, ma che il tutto è prezioso perchè la natura ha creato un "sistema" di acqua, aria, terreno, piante, animali, fiori e tanto altronascosto e meno visibile, che nel suo complesso di chiama biodiversità.
Bello ed entusiasmante; complicatissimo eppur semplice.
Stupefacente, come solo la natura sa essere stupefacente tanto che "farsi" una dose di bosco - col respiro, gli occhi, le gambe, l'anima - allunga la vita. Riduce lo stress. Riconcilia col mondo e la vita. In poche parole "fa bene".
Mi sono chiesto tante volte, passandoci rapido o passeggiando lento, perchè questo ambiente non possa diventare il cuore e la testa di una parco diffuso, con il capo qui, nel bosco, e la coda che si insinua verso la città lungo il Bacchiglione e, più a est, seguendo il percorso lento, tortuoso e breve dell'Astichello.
Un parco dedicato alle cose "slow" della vita, in contrasto al "fast" che ci spacca i timpani, la giornata, il riposo e qualcos'altro.
Un parco che non sia una gabbia in cui non si possa fare nulla, ma un luogo, meglio una zona, in cui quello che si fa risponda a criteri di naturalità, sostenibilità, qualità della vita, pulizia e salubrità. Dove si vive perchè li si vive meglio.
E alla lunga, ma non troppo distante, arriva il turismo sostenibile, quello fatto bene e che valorizza l'ambiente e quello che esso contiene.
Sarebbe un sogno avverabile?
Sognare non costa, o meglio, costa tanto quanto un giro di valzer, un sorriso, un saluto a piena bocca quando si incontra qualcuno, una canzone accennata seguendo la chitarra suonata da tua figlia, un abbraccio di tua moglie che con lo sgaurdo ti augura buona giornata e con un bacio ti dice che la giornata sarà splendida, nonostante tutto.
Proviamo a sognare in grande: chi ci sta?